COMUNICATO STAMPA
Mantova, giugno 2025 "Il tempio delle mele": Vanni Viviani in mostra al Museo Diocesano Francesco Gonzaga Dal 28 giugno al 24 agosto 2025, la suggestiva Sala delle Colonne del Museo Diocesano Francesco Gonzaga di Mantova ospita la mostra “Vanni Viviani – Il tempio delle mele”, un omaggio visionario e surreale a uno degli artisti più originali del secondo Novecento italiano. L'esposizione, a ingresso libero, sarà visitabile ogni venerdì, sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.30. La mostra propone alcune tra le opere di Vanni Viviani della collezione Fondazione Banca Agricola Mantovana dal 2024 custodite presso Spazio ‘900. "Spazio 900 nasce da una collaborazione tra la Diocesi di Mantova, il Museo Diocesano e la Fondazione Banca Agricola Mantovana. Si tratta di uno spazio complesso. Ci sono diversi ambienti: una sala per le mostre temporanee, un deposito attrezzato e visitabile, sala conferenze multimediale; e questi tre spazi interagiscono e diventeranno la casa dell'arte mantovana del Novecento. Siamo molto soddisfatti e riconoscenti alla Fondazione BAM per averci coinvolto in questo progetto, che non è solo il trasferimento di opere d'arte dell'intera collezione, sono oltre 300 pezzi della Fondazione in un luogo idoneo visitabile, ma è una partnership che consentirà di valorizzare queste opere. E questo serve soprattutto per mostrare la ricchezza del passato che è alla base del nostro presente." (don Stefano Savoia)
Attraverso una selezione di opere rappresentative, l’esposizione accompagna il visitatore in un viaggio tra architetture immaginarie, simbolismi vegetali e atmosfere sospese, che costituiscono la cifra poetica di Vanni Viviani (1937–2002). La sua arte, influenzata dal surrealismo e dal realismo magico, si distingue per un uso sapiente del colore e una raffinata costruzione prospettica, con cui dà vita a mondi enigmatici e fiabeschi. “Il tempio delle mele” è una metafora visiva che attraversa i temi ricorrenti dell’artista: la natura trasfigurata, la memoria delle forme classiche e una visione onirica dell’architettura. Una mostra da non perdere, che unisce rigore formale e immaginazione, e che arricchisce la programmazione culturale mantovana dell’estate 2025.
SERATE MOSTRA: 25 giugno 2025 – SERATA INAUGURALE A INVITO 16 luglio 2025 – SERATA APERTA AL PUBBLICO PREVIA PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA che comprende la visita guidata da Alberto Bernardelli alla mostra - viaggi poetici in musica a cura di Federica Restani e Raffaele Latagliata – cena organizzata da Accademia Gonzaghesca degli Scalchi (costo Euro 25). Per informazioni:
- Museo Diocesano Francesco Gonzaga – Mantova
- Sala Colonne 28 giugno – 24 agosto 2025
- Venerdì, sabato, domenica | 9:30–12:00 e 15:00–17:30
- Ingresso libero
Vanni Viviani nasce nel 1937 a San Giacomo delle Segnate (MN), si trasferisce giovanissimo a Bolzano, dove inizia l’attività artistica. Nel 1963 vive e opera a Parma partecipando attivamente al gruppo dei giovani artisti emergenti di area lombardo-emiliana. È qui che elabora i primi quadri a rilievo con la presenza di spighe di grano imbevute nel colore. Nel ’68 si sposta a Milano in via Brera al 16. Tra il 1962 e il 1988 realizza circa 150 esposizioni in Italia e all’Estero, avendo un notevole apprezzamento commerciale e critico. In Brasile allaccia una proficua amicizia con l’architetto Oscar Niemeyer, ideatore di Brasilia, che darà vita alla mostra “Architetture da Leonardo a Niemeyer”a San Paolo. Nei primi anni ’70 apre uno studio estivo nei pressi di Albisola, lo frequenta durante le vacanze per venti anni realizzando un gran numero di ceramiche artistiche. Nel 1988 lascia a sorpresa lo studio di Milano, torna al paese natio, compra una villa settecentesca cui darà il nome di Ca’ di Pom che diventerà lo spazio ideale delle sue elaborazioni artistiche. Nel 1995 Alitalia per l’Arte lo invita a presentare i suoi lavori all’interno dell’aeroporto Kennedy di New York. Nel 2002, anno della morte, avviene la consacrazione in una grande mostra a Palazzo Te con catalogo F.M.R. cui seguirà una cospicua donazione di opere e della stessa casa studio alla Fondazione Banca Agricola Mantovana. dere testo Bernardelli