La basilica di Sant’Andrea, realizzata su progetto di Leon Battista Alberti a partire dall’anno 1472, ha avuto le sue prime decorazioni pittoriche in questi affreschi e relative sinopie, per ragioni conservative staccati, dopo la metà del secolo scorso, rispettivamente dal timpano frontale (il minore frammento collocato alla parete con finestra) e dall’atrio. Essi si collegano tematicamente alla reliquia detta del Preziosissimo Sangue di Gesù, per custodire e onorare la quale la basilica è stata costruita. Ne sono autori due dei maggiori artisti del rinascimento, Andrea Mantegna e il Correggio. Il primo vi avrebbe lavorato, insieme con la sua bottega, intorno al 1488, per realizzare le figure del timpano e l’Ascensione di Gesù al cielo, ma anche, ai lati e sopra il portale centrale, altre figure sacre poi perdute; il Correggio intervenne successivamente, si ritiene nel 1511 o 1512.
Dei tre tondi dell’atrio, di cui in loco restano le cornici, quello di maggiori dimensioni era collocato sopra il portale citato, in quanto raffigurante l’Ascensione nella cui festa la reliquia era allora esposta e portata in processione (attualmente questo avviene il Venerdì santo). Il soggetto degli altri due, collocati perpendicolarmente al primo, lo completa con la Sacra famiglia e la Deposizione nel sepolcro: così, insieme, i tre richiamano i momenti essenziali della vicenda terrena di Gesù, cioè la sua nascita, la sua morte e la sua risurrezione.
Affresco strappato. Inv. 10
E’ quanto resta del tondo di facciata, che si sa comprendeva anche la figura di San Longino. Nella tradizione relativa al Preziosissimo Sangue, Longino è il milite che avrebbe portato la reliquia a Mantova, mentre l’apostolo Andrea, cui la basilica è intitolata, è l’apostolo che della reliquia avrebbe permesso il ritrovamento.
Sinopia strappata. Inv. 7
La sinopia è accostata a quella del Correggio, per evidenziare il diverso stile dei due artisti: minuzioso, calligrafico l’uno, compendiario, a larghi tratti, l’altro.
Affresco strappato. Inv. 5
La scena è impostata secondo tradizione: Gesù si mostra mente sale al cielo, avvolto da angioletti disposti a forma di mandorla. Nella pittura cristiana la mandorla, per il suo guscio quasi impenetrabile, era simbolicamente usata per racchiudervi l’immagine di Dio.
Affresco strappato. Inv. 4
Con la sacra famiglia di Maria, Gesù e Giuseppe sono raffigurati Santa Elisabetta e il suo figlio Giovanni, il futuro Battista, qui con il nastro che anticipa il suo annuncio e così manifesta chi sia l’altro Bambino: Ecce Agnus Dei, “Ecco l’Agnello di Dio (che toglie il peccato del mondo)”.
Affresco strappato. Inv. 6
Colpisce nell’affresco l’audace posa del Cristo, che ricorda in qualche modo il celebre Cristo morto di Mantegna. Tra le figure circostanti spiccano quella dolente di Maria e quella disperata della Maddalena.
Sinopia strappata. Inv. 8
Il tondo mostra, nella parte superiore, i resti di un precedente affresco, nei quali pare di poter riconoscere la testa del Cristo tra quelle di Maria e di Giovanni.