Sec. IX
Inv. 236
Dal Seminario diocesano
I due frammenti sono affiorati durante occasionali lavori nel cortile del seminario diocesano, presso i resti dell’ottagono primo battistero della città; rispetto al vicino pluteo, sono anch’essi scolpiti a bassorilievo ma in uno stile più evoluto, che suggerisce di datarli all’età carolingia.
La loro rilevanza estetica si associa a quella storica, connessa con la nascita della città. Dopo la caduta dell’Impero romano, l’oppidum chiamato Mantua era decaduto al livello dei borghi circostanti, quando nell’anno 804 fu qui rinvenuto quello che si tramanda essere il Sangue di Cristo (reliquia venerata nella basilica di Sant’Andrea, costruita allo scopo di custodire e onorare tanta reliquia). Mandato dall’imperatore Carlo Magno, venne allora il papa Leone III, che pose la reliquia sotto l’autorità di un vescovo, così erigendo la diocesi e dunque facendo passare la sua sede al rango di città (subito riconosciuta tale anche dall’autorità civile). Prima cattedrale della nuova diocesi fu la chiesa del battistero, che fu arricchita di nuovi decori tra i quali l’ambone, di cui i due frammenti erano parte.
Il frammento maggiore consente di ricostruire a grandi linee lo schema figurativo dell’intero costrutto: riquadrata al centro era la scena dell’Annunciazione (lo suggeriscono l’ala e parte del capo con aureola dell’angelo, cui sovrasta la colomba simbolo dello Spirito Santo); ai lati, i simboli degli evangelisti, dei quali quello di Matteo, indicato col nome in latino, (Matt)heus, si riconosce per la figura dell’angelo reggente un libro.