Tra le figure mariane presenti nella vetrina verrà analizzata la terracotta n. 2 che si presenta in argilla grezza lasciata col colore originario rossastro ed una leggera patinatura a cera. Il pezzo di fine Ottocento proviene dalla collezione Pesenti
La targa, predisposta per essere appesa o murata, presenta una figura di Madonna col Bambino assai consueta per la diffusione in territorio mantovano d’un modello di Luca della Robbia con varianti e qui trattato con libertà, poiché la Vergine appare assisa a figura intera con il manto steso a coprire le estremità come su di una nube. Che si tratti di materiale elaborato con cura, è rivelato dalla presenza dello stemma predisposto che però, in assenza di connotazioni araldiche, non sembra nobiliare, ma solo decorativo.
Il prototipo da cui è tratta l’immagine, plasmata nella terracotta piuttosto rossa, di provenienza non locale, appartiene alla categoria delle Madonne “glicophilouse”, cioè in rapporto affettuoso con il Bambino, seduto sulle ginocchia a destra, sostenuto da una mano, mentre l’altra tiene un libro: una versione di grande diffusione in terracotta sia grezza sia invetriata.
I volti ovali, le membra allungate, le pieghe in ordinato drappeggio, depongono per una datazione ottocentesca, forse una riproduzione da modello tardogotico.