Expositions

UNO SGUARDO SUL '900 MANTOVANO
12 SETTEMBRE - 05 OTTOBRE 2025
Sala Colonne del Museo Diocesano Francesco Gonzaga

Si inaugura venerdì 12 settembre alle ore 17 nella Sala delle Colonne del Museo Diocesano di Mantova una nuova ricognizione sul ‘900 artistico mantovano. La mostra durerà fino al 5 ottobre 2025 e sarà curata da Alberto Bernardelli. Trenta artisti rappresentati da 130 opere provenienti da collezioni private. La mostra presenta varie esperienze artistiche, dal disegno all’incisione, dall’acquarello al pastello e all’olio fino ad approdare alle varie forme della scultura da tavolo. Si parte dal folto gruppo dei pittori nati attorno agli anni 80 dell’800 che si sono distinti negli appuntamenti regionali e nazionali più qualificati: Vindizio Nodari Pesenti, Bresciani da Gazoldo, Guindani, Lomini, Moretti Foggia e Monfardini. Nutrita la schiera dei Chiaristi dell’alto Mantovano guidati dal milanese Angelo Del Bon: Marini, Mutti, Facciotto e Nene Nodari. I cantori del paesaggio sono rappresentati da Somensari (morto a soli 26 anni), Zanfrognini, Resmi e Perina, gli acquerellisti Ferrarini e Giovetti e gli intimisti Giovanni Bernardelli e Elena Schiavi. Tra metafisica e sogno si sviluppano le opere di Ugo Celada e Lanfranco per finire con i moderni Schirolli, Sermidi, Bonfa’ e Viviani. Ricca la schiera degli scultori: Gorni, Nenci, Seguri, Bergonzoni e Nordera. Nel complesso un sapiente ripasso sull’operato dei nostri talenti artistici che hanno attraversato il ‘900 e hanno riacceso l’interesse sull’arte mantovana. La mostra osserverà i seguenti orari di apertura: venerdì/sabato e domenica 9,30-12.30 15,30-18,30

DICHIARAZIONE DEL CURATORE ALBERTO BERNARDELLI

"È con vero piacere che mi accingo ad allestire una nuova ricognizione sull’ arte del 900 mantovano. Molti di questi trenta artisti presenti in mostra mi furono amici. Conobbi il loro fuoco interiore, il loro coraggio, la loro levatura morale. Di altri non ebbi frequentazione, ma riuscii a dialogare con le loro opere. Sapevano cogliere la natura del paesaggio locale e la voce delle pietre antiche; dovevano quotidianamente confrontarsi con l’opinione corrente spesso digiuna d’arte, se non ostile; molti uscirono dai confini e tentarono il contatto con i grandi centri dell’arte, Milano, Venezia, Monaco, Parigi; ritornarono più attrezzati all’antico borgo e imperterriti continuarono ad operare nel solco della ricerca, dell’autenticità, della poesia. Onore a loro e ai collezionisti pazienti e metodici che raccolsero e custodirono le loro opere meno consuete e più sincere che qui vogliamo porre al vaglio dei più attenti."

Spesa oggetto del contributo nell'ambito del bando PNRR, Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, Componente 3 – Cultura 4.0 (M1C3), Misura 1 “Patrimonio culturale per la prossima generazione”, Investimento 1.2: “Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura” finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU“ – CUP: C64H22001410004.