VINDIZIO NODARI PESENTI
"Solennità di Sant'Anselmo in Cattedrale"
Anno 1947
Inv. 792/Dono della Sig.ra Licia Benedini Nodari Pesenti
Oltre agli Arazzi Millefiori, si devono ad un esponente della famiglia Gonzaga anche i sei esposti in questa sala che costituiscono la serie voluta da Francesco, francescano e vescovo di Mantova. Le quattro opere di maggiore dimensione raffigurano scene tratte dal Nuovo Testamento e dagli Atti degli Apostoli: La Trasfigurazione, L'Incredulità di san Tommaso, L'Ascensione di Cristo, La Pentecoste. Completano il parato due tessuti di formato verticale, nei quali sono rappresentati santi legati al committente e alla diocesi di Mantova, ovvero i santi Paolo, Anselmo (patrono della città), con i francescani Bernardino da Siena e Diego di Alcalà su uno, ed i santi Pietro, papa Celestino I con Francesco d'Assisi e Antonio da Padova. I soggetti dei quattro arazzi maggiori sono dominati dal tema della Pasqua. La Trafigurazione celebrata nella seconda domenica di Quaresima prefigura la gloria della Risurrezione, l'Incredulità di Tommaso è invece momento culminante della professione di fede pasquale quando Cristo è definito Signore e Dio. Gli altri due momenti sono legati strettamente alla Pasqua in quanto si celebrano quaranta giorni dopo nel caso dell'Ascensione di Gesù e cinquanta giorni dopo nel caso della Pentecoste che chiude nel calendario ecclesiastico il tempo pasquale. Accompagnano i soggetti di tutti i sei tessuti scene monocrome inserite nelle cornici, putti canefori, lo stemma Gonzaga e l'impresa del committente: un'ara su cui si immola il Mistico Agnello, con la sigla FFG (che sta per Frate Francesco Gonzaga) e il motto Soli Deo honor et gloria soltanto a Dio l'onore e la gloria. La recente identificazione di alcuni disegni preparatori ad opera di Stefano L'Occaso ha permesso di assegnare la loro invenzione al parigino Henri Lerambert, pittore di corte di Enrico IV proprio negli anni in cui frate Francesco visse a Parigi (tra il 1596 e il 1598 quando vi fu inviato come nunzio pontificio per agevolare le trattative fra la Francia di Enrico IV e il re di Spagna che sfociarono nella pace di Vervins). Verso la fine del suo soggiorno parigino il vescovo frate Francesco Gonzaga ordinò la serie di arazzi da ricondurre in patria e donare al duomo di Mantova. Il 18 marzo 1599, nella solennità di Sant'Anselmo, gli arazzi vengono ufficialmente destinati alla cattedrale. I sei tessuti, rimangono nella loro originale collocazione - il presbiterio - probabilmente fino al 1803, vengono in seguito spostati sui pilastri della cupola, nella collocazione testimoniata dal dipinto di Vindizio Nodari Pesenti, che raffigura la messa pontificale del vescovo Domenico Menna, il 18 marzo 1947.Tra le tante opere della committenza del venerabile, (memorabile rimane l'istituzione del Seminario diocesano) si colloca il parato, databile al 1598, conservato nella sua interezza, che costituisce un segmento di grande rilevanza in quel progetto di rinnovamento del duomo di cui il suo tutore, il cardinale Ercole Gonzaga, aveva affidato a Giulio Romano la ristrutturazione. In particolare il vescovo fece decorare le volte dei transetti, della cupola e dell'abside con un ciclo di affreschi, cui attesero con altri, Teodoro Ghisi, Ippolito Andreasi e Antonio Maria Viani.
VINDIZIO NODARI PESENTI
‘Solemnity of St. Anselm in the Cathedral’
Year 1947
Inv. 792/Donated by Mrs. Licia Benedini Nodari Pesenti
In addition to the Millefiori Tapestries, the six tapestries on display in this room are also the work of a member of the Gonzaga family. They form part of a series commissioned by Francesco, a Franciscan monk and bishop of Mantua. The four larger works depict scenes from the New Testament and the Acts of the Apostles: The Transfiguration, The Incredulity of Saint Thomas, The Ascension of Christ, and Pentecost. The tapestry is completed by two vertical fabrics depicting saints linked to the patron and the diocese of Mantua, namely Saints Paul and Anselm (patron saint of the city), with the Franciscans Bernardino da Siena and Diego di Alcalà on one, and Saints Peter, Pope Celestine I with Francis of Assisi and Anthony of Padua on the other. The subjects of the four major tapestries are dominated by the theme of Easter. The Transfiguration, celebrated on the second Sunday of Lent, foreshadows the glory of the Resurrection, while the Incredulity of Thomas is the culminating moment of the Easter profession of faith when Christ is defined as Lord and God. The other two moments are closely linked to Easter as they are celebrated forty days later in the case of the Ascension of Jesus and fifty days later in the case of Pentecost, which closes the Easter season in the ecclesiastical calendar. The subjects of all six fabrics are accompanied by monochrome scenes inserted in the frames, cherubs, the Gonzaga coat of arms and the patron's emblem: an altar on which the Mystical Lamb is sacrificed, with the initials FFG (standing for Frate Francesco Gonzaga) and the motto Soli Deo honor et gloria, honour and glory to God alone. The recent identification of some preparatory drawings by Stefano L'Occaso has made it possible to attribute their creation to the Parisian Henri Lerambert, court painter to Henry IV during the years when Brother Francesco lived in Paris (between 1596 and 1598, when he was sent there as papal nuncio to facilitate negotiations between Henry IV's France and the King of Spain, which resulted in the Peace of Vervins). Towards the end of his stay in Paris, Bishop Friar Francesco Gonzaga commissioned the series of tapestries to be taken back to his homeland and donated to Mantua Cathedral. On 18 March 1599, on the feast day of St Anselm, the tapestries were officially assigned to the cathedral.
The six fabrics remained in their original location – the presbytery – probably until 1803, when they were moved to the pillars of the dome, as shown in the painting by Vindizio Nodari Pesenti, which depicts the pontifical mass of Bishop Domenico Menna on 18 March 1947. Among the many works commissioned by the venerable bishop (the establishment of the diocesan seminary remains memorable) is the altar cloth, dating back to 1598, preserved in its entirety, which constitutes a segment of great importance in the renovation project of the cathedral, which his guardian, Cardinal Ercole Gonzaga, had entrusted to Giulio Romano. In particular, the bishop had the vaults of the transepts, the dome and the apse decorated with a cycle of frescoes, which were painted by Teodoro Ghisi, Ippolito Andreasi and Antonio Maria Viani, among others.