Dal 20 dicembre 2025 al 12 aprile 2026 nella Sala Rossa del Museo Diocesano Francesco Gonzaga sarà aperta al pubblico la mostra “L’istante della Grazia – Annunciazioni di Giuseppe Bazzani”. L’esposizione prende le mosse da un prestito di scambio che la direzione del museo ha concordato con la Galleria degli Uffizi di Firenze; dal gabinetto scientifico del seminario diocesano di Mantova è giunta a Firenze un’opera seicentesca attribuita a Gaetano Zumbo per la mostra “Cera una volta”, le cui date sono concomitanti con la mostra mantovana. Dato che il museo diocesano possiede la più ampia collezione musealizzata di opere del maestro del Settecento mantovano, gli Uffizi hanno deciso di prestare una pregevolissima tela dall’intenso cromatismo raffigurante l’Annunciazione dell’arcangelo alla Vergine. Il tema, affrontato dal pittore a più riprese durante la sua lunga e prolifica carriera artistica, è esplorato dalla mostra attraverso l’esposizione di altri quattro esemplari provenienti da collezioni private. Il significato dell’Annunciazione è strettamente correlato sia alle imminenti feste natalizie, sia a quelle vicine alla conclusione della mostra: il 25 marzo si commemora l’Annunciazione stessa, mentre domenica 12 aprile, ultimo giorno di apertura, è l’ottava della Pasqua, con la quale si celebra la pienezza della Grazia iniziata con l’annuncio dell’angelo. La mostra, allestita presso la Sala Rossa del museo, sarà aperta al pubblico dal mercoledì alla domenica (ad esclusione dei giorni di Natale, Capodanno e Pasqua) dalle 9:30 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 17:30 con biglietto ordinario d’ingresso. Sarà possibile acquistare presso il bookshop del museo una pubblicazione illustrata. L’esposizione, curata dalla competente esperienza di Augusto Morari, è stata resa possibile dalla collaborazione di Beatrice Cristini, funzionaria della Galleria degli Uffizi e dalla generosità dei prestatori privati, tra i quali la sig.ra Liliana Rimini e il sig. Tommaso Ferruda.
“Affrontare il tema dell’Annunciazione è innanzitutto riconoscere quel momento in cui la storia della salvezza si divide in un “prima” e un “dopo”: in un modesto villaggio in Galilea, nel dialogo fra un messaggero (angelo) e una giovane donna, l’eternità di Dio entra nel tempo degli uomini… I pittori, e Bazzani con loro, amano rappresentare proprio quell’istante quasi sospeso: la parola dell’arcangelo Gabriele è ancora nell’aria, la risposta di Maria è appena affiorata sulle labbra o indicata soltanto dalla postura del corpo o dal gesto delle mani. Nei dipinti, questa “pienezza del tempo” si traduce in una pienezza di luce: spesso una lama luminosa scende dall’alto verso Maria, come la traduzione visiva dell’iniziativa di Dio che non cancella la libertà dell’uomo ma la cerca e la interpella. L’istante della grazia è l’istante in cui la libertà di Dio e la libertà di Maria si incontrano e si corrispondono”. (Stefano Savoia)