Ultima cena

Olio su tela, c. 1700

Inv. 646. Deposito del Comune di Mantova.

Il grande dipinto, già attribuito a Giuseppe Orioli, certamente proviene dal refettorio di uno dei monasteri e conventi soppressi sul finire del secolo XVIII; si ipotizza, dal primo monastero femminile mantovano dell’ordine benedettino dedicato a San Giovanni Evangelista (più noto come San Giovanni delle Carrette). La scena è focalizzata sulla contrapposizione tra Giuda il traditore (riconoscibile dalla bisaccia alla cintura) e la figura simbolica del cane bianco ai piedi della tavola. Giuda, vestito di nero vi si contrappone cromaticamente. L’artista lo immagina rovesciare la saliera, a significare che col tradimento egli respinge la missione assegnata dal Maestro agli apostoli (“Voi siete il sale della terra”: Matteo 5,13). Gli altri apostoli invece sono rappresentati come i fedeli in attesa di essere comunicati e Cristo, che spicca per i colori delle vesti, distribuisce il pane come il sacerdote durante la messa.

Una curiosità suggerisce l’origine mantovana, o quanto meno padana, del dipinto: tra i cibi sulla tavola è anche una grossa fetta di formaggio grana.

Cerchiato in rosso il monastero di San Giovanni delle carrette riprodotto nella mappa di Mantova di Gabriele Bertazzolo (1628)
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