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Domenico Fetti – Madonna con S. Anselmo e Carlo Borromeo
Madonna col Bambino e i santi Anselmo e Carlo Borromeo

DOMENICO FETTI  (c.1591-1623)

Olio su tela, c. 1616

Inv. 32. Deposito dell’Istituto Luigi ed Eleonora Gonzaga.

Quando nel 1613 l’allora cardinale Ferdinando Gonzaga inaspettatamente divenne duca di Mantova, trasferendosi qui da Roma portò con sé due eccellenti artisti: l’architetto Nicolò Sebregondi, al quale commissionò la nuova reggia suburbana denominata La Favorita, e il pittore Domenico Fetti, che realizzò qui una nutrita serie di opere, oggi sparse nei maggiori musei italiani ed europei. Questa è unanimemente ritenuta uno dei capolavori, per la forma “dolcemente soffice, morbida e sfumata” (E. A. Safarik) “di impronta rubensiana, realizzata con pennellate larghe, impasto corposo e colori liquidi e delicati” (R. Berzaghi). Si ipotizza che la tela sia stata voluta da Carlo Bardelloni presidente del senato di giustizia, per la cappella dell’allora tribunale, che aveva sede nell’attuale Palazzo della Ragione, in piazza Erbe.

Vi sono raffigurati, nella luce divina con la colomba simbolo dello Spirito Santo, il patrono della diocesi Sant’Anselmo e San Carlo Borromeo (che fu varie volte a Mantova, dove la sua famiglia possedeva il palazzo tuttora esistente in via Cavour) in adorazione del Redentore assiso sulle ginocchia della Madre. La vivace figura di quest’ultimo posa la mano su una sfera di cristallo, simbolo del mondo, sul quale è piantata la croce, simbolo della redenzione. Le figure sacre paiono avvolgere a protezione la città, della quale il dipinto offre una preziosa quanto ricca veduta, come si presentava dalla sponda sinistra del Lago Inferiore. Vi si riconoscono anzitutto gli edifici della reggia: da sinistra, la galleria della Mostra con il campanile della basilica palatina di Santa Barbara, l’”appartamento grande” del duca Guglielmo e il castello di San Giorgio, con l’antistante, poi abbattuta, palazzina della Paleologa. Dietro il castello si vedono il campanile della cattedrale e il campanile (non più esistente) del monastero di Sant’Agnese, ora sede del Museo. Sulla destra il ponte di San Giorgio, allora coperto.

Il museo conserva altre raffigurazioni del patrono della città, Sant’Anselmo, tra le quali la grande tela di Francesco Borgani sulla parete sinistra della pinacoteca.

Spesa oggetto del contributo nell'ambito del bando PNRR, Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, Componente 3 – Cultura 4.0 (M1C3), Misura 1 “Patrimonio culturale per la prossima generazione”, Investimento 1.2: “Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura” finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU“ – CUP: C64H22001410004.