San Giovanni Battista
Tempera su tela, c. 1480
Inv. 26. Dalla chiesa parrocchiale di San Barnaba in Mantova.
Il dipinto, di incerta attribuzione (alcuni lo riferiscono a Nicolò da Verona, attivo a Mantova nella seconda metà del secolo, altri ad un anonimo, autore di una tavola con la Madonna degli angeli conservata a Palazzo d’Arco), presenta caratteri di transizione dal gotico al rinascimento. Sullo sfondo di un ampio paesaggio collinare con castelli e un mulino, il santo è presentato sulla scorta di quanto riferisce il vangelo: la figura austera indossa un “vestito di peli di cammello”, è collocata sulla riva del fiume (il Giordano) dove impartiva “un battesimo di penitenza” e regge un cartiglio con la scritta Ego vox clamantis, “Io (sono) voce di uno che grida”, sottintendendo il seguito: “Nel deserto: Preparate la via del Signore”. La croce che innalza con la destra allude al fatto che il Battista ha designato Gesù come l’Agnello di Dio, preannunciando il suo sacrificio redentore.