1. Deposizione di Gesù nel sepolcro
Sec. XIX
Inv. 37
La scena trae le forme da un’incisione di Albrecht Dürer, tradotta a smalto dal maestro cinquecentesco Jean de Court (come sembra suggerire a tergo la firma Jhan de Cury 1547).

2. La “Madonna di San Girolamo”
Sec. XIX
Inv. 40
Tra i santi Girolamo e Maria Maddalena stanno la Madonna col Bambino e un angelo che gli presenta la Bibbia (di cui San Girolamo ha tradotto in latino i testi ebraici e greci). Lo smalto deriva, attraverso l’incisione di Agostino Carracci o più probabilmente quella di Giacomo Maria Giovannini, dal celeberrimo dipinto di Correggio, oggi alla Galleria Nazionale di Parma.

3. Gesù coronato di spine
Sec. XIX
Inv. 41
Per dimensioni ed esecuzione, la placchetta è da abbinare alla precedente. Dei due dipinti di questo soggetto realizzati da Tiziano riproduce il primo, destinato nel 1543 alla chiesa milanese di Santa Maria delle Grazie e oggi al Louvre.

4. Gesù coronato di spine
Sec. XIX
Inv. 75
La piccola alzata reca sotto il piede, in oro, la sigla J R émailleur, da riferirsi allo smaltatore ottocentesco Julien Robillard, che per la scena ha ripreso in parte un’incisione quattrocentesca di Martin Schongauer.
5. Maria Maddalena penitente
Bottega Nouailher; sec. XVII
Inv. 112
La rilevanza di Maria di Magdala le deriva dall’essere stata la prima persona cui Gesù si è manifestato dopo la risurrezione. Ma, basandosi su una errata lettura dei vangeli, dal Medio Evo la liturgia e l’arte l’hanno identificata con l’anonima peccatrice che fu perdonata da Gesù, e ne hanno fatto un emblema del pentimento per le proprie colpe.
6. Sesta stazione della Via Crucis
Sec. XIX
Inv. 610
La pratica devozionale della Via Crucis, che basandosi sui vangeli ripercorre in quattordici tappe (o stazioni) la Passione di Gesù, dedica la sesta stazione a un episodio di cui i vangeli non parlano: lungo il cammino verso il calvario, una donna di nome Veronica avrebbe con un panno asciugato il volto di Gesù caricato della croce, ricevendone in cambio il dono del Volto divino impresso sul panno stesso (poi noto e veneratissimo col nome di “velo della Veronica”). Dono di Renata Scalari.
7. San Giorgio
Sec. XIX
Inv. 449
Il popolare santo, emblema del coraggioso e generoso guerriero cristiano in lotta contro il drago diabolico, è qui raffigurato riprendendo una tavola di Andrea Mantegna oggi a Venezia, Gallerie dell’Accademia. La tavola è datata 1460, l’anno in cui il grande pittore si trasferì a Mantova, al servizio dei Gonzaga che avevano San Giorgio come patrono della dinastia.