1. Alessandro Tartagni
Maestro J.R.B.; sec. XIX
Inv. 57
L’autore, indicato dalla sigla a tergo della placchetta, è sconosciuto. L’effigiato è un noto giurista, nato a Imola nel 1424 e morto a Bologna nel 1477, docente in varie università.
2. L’imperatore Augusto
Bottega Laudin; sec. XVII
Inv. 58
Questa placchetta e la seguente fanno parte delle serie raffiguranti i Dodici Cesari (cioè i primi imperatori romani) desunte dai ritratti dell’incisore Marcantonio Raimondi (c.1480-1534) e realizzate nella bottega seicentesca di Jacques I e Nicolas Laudin. Correggendo le imprecisioni, la scritta va letta così: Caius Iulius Augustus secundus (la serie impropriamente considera come primo imperatore Caio Giulio Cesare).
3. L’imperatore Otone
Bottega Laudin; sec. XVII
Inv. 59
Vedi la scheda precedente. Nella serie, qui è raffigurato l’ottavo imperatore, Marco Silvio (ma il nome corretto è Salvio) Otone.
4. L’imperatore Tito
Maestro I.R.; 1547
Inv. 60
Pur se di mano diversa, anche questo ritratto potrebbe derivare, come i precedenti, dalle incisioni di Marcantonio Raimondi. La scritta va sciolta come Imperator Titus Caesar Vespasianus Augustus Pontifex Maximus Tribunicia Potestas Pater Patriae Consul VIII, cioè “Imperatore Tito Cesare Vespasiano Augusto, Pontefice Massimo, (insignito della) Potestà Tribunizia, Padre della Patria, Console per otto volte”.
5. Ritratto maschile
F. Lot; sec. XIX
Inv.435
Non è noto chi sia la persona effigiata, né si conosce F. Lot, che firma il ritratto (a sinistra in basso); il suo nome è ripetuto sul retro, con l’aggiunta “Limoges”.
6. Ritratto di dama
Sec. XIX
Inv. 467
Questo fantasioso ritratto di una dama, riccamente abbigliata secondo la moda inglese del secondo Cinquecento, riprende quelli creati allora da Léonard Limosin.
7. Erasmo da Rotterdam
Maestro M.G.; sec. XIX
Inv. 576
Questo ritratto del celebre umanista (1467-1536) riprende quello di Hans Holbein, datato 1523, oggi al Louvre.

8. Ritratto maschile
Sec. XVII o XIX
Inv. 642
I tratti somatici del personaggio evocano tenuamente quelli del re di Francia Enrico II (1519-1559), peraltro ispirati al Cristo Salvator Mundi di Couly Nouailher, presente a Napoli nel Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina.