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Paramenti liturgici

La liturgia prevede che durante i riti i celebranti indossino vesti apposite. In questa vetrina ne sono esemplificate tre, scelte anche per la loro bellezza e rilevanza storica.

Piviale spagnolo, seicentesco, in oro e argento, uscito dalla celebre manifattura Molero di Toledo e, si ritiene, portato a Mantova dall’unico vescovo spagnolo della sua storia, Giovanni de Portugal de la Puebla (1762-1770). Il piviale è un mantello usato nelle processioni e benedizioni, tenuto raccolto da un fermaglio all’altezza del petto. Il nome deriva dal latino pluvialis, cioè mantello per la pioggia, in origine munito di cappuccio, divenuto in seguito un ornamento sopra le spalle.

Dalmatica cinese, ricamata su entrambi i lati con le scene evangeliche dei “misteri gaudiosi” del rosario. E’ parte di un parato “in terzo” comprendente la pianeta e la tunicella, su cui sono ricamati gli altri misteri. Il parato è stato donato dai cattolici cinesi al papa, allora Pio X, il quale era stato vescovo di Mantova e per questo ha trasmesso il dono alla diocesi. La dalmatica è la veste propria del diacono, simile alla pianeta ma con corte maniche e chiusa anche sui fianchi. La tunicella le è praticamente identica; era propria del suddiacono, un grado del sacramento dell’Ordine oggi non più in uso.

Pianeta, dalmatica e piviale dei Cavriani, settecenteschi, in broccato con applicazioni d’argento, dono della marchesa Teresa Peyri Cavriani alla parrocchia di Pozzolo, che li ha depositati al Museo. La pianeta è la veste specificamente sacerdotale, usata soltanto per la Messa e, dopo la recente riforma, spesso sostituita da un ritorno alla càsula, che è più ampia e lunga.

Liturgical vestments

The liturgy requires that celebrants wear special robes during the rites. Three are exemplified in this showcase, chosen also for their beauty and historical relevance.

A seventeenth-century Spanish cope, in gold and silver, made by the famous Molero factory in Toledo and, it is believed, brought to Mantua by the only Spanish bishop in its history, Giovanni de Portugal de la Puebla (1762-1770). The cope is a cloak used in processions and blessings, held together by a clasp at chest height. The name derives from the Latin pluvialis, meaning rain cloak, originally fitted with a hood, which later became an ornament over the shoulders.

Chinese dalmatic, embroidered on both sides with evangelical scenes from the ‘joyful mysteries’ of the rosary. It is part of a vestment ‘in third’ comprising the chasuble and tunicella, on which the other mysteries are embroidered. The vestment was donated by Chinese Catholics to the pope, then Pius X, who had been bishop of Mantua and therefore passed the gift on to the diocese. The dalmatic is the deacon's own robe, similar to the chasuble but with short sleeves and closed at the hips. The tunicella is practically identical to it; it was proper to the subdeacon, a degree of the Sacrament of Orders no longer in use today.

18th-century Cavriani chasuble, dalmatic and cope, in brocade with silver appliqués, a gift from Marquise Teresa Peyri Cavriani to the parish of Pozzolo, who deposited them in the Museum. The chasuble is the specifically priestly robe, used only for Mass and, after the recent reform, often replaced by a return to the càsula, which is wider and longer.

Spesa oggetto del contributo nell'ambito del bando PNRR, Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, Componente 3 – Cultura 4.0 (M1C3), Misura 1 “Patrimonio culturale per la prossima generazione”, Investimento 1.2: “Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura” finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU“ – CUP: C64H22001410004.