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Armadio, sala arredi liturgici

Il monumentale armadio dall’elaborata cimasa proviene dalla sagrestia del Capitolo della Cattedrale, dove era adibito ad archivio-biblioteca dei canonici. Tra i canonici che nel XVII secolo ne hanno promosso la realizzazione sono Francesco Maria Simbeni, del quale si vede il ritratto al centro di questa sala, e Carlo Calori , il cui ritratto è esposto nella galleria dei vescovi.

Attualmente l’armadio accoglie antichi libri liturgici e trattati di teologia, piccole sculture antiche, candelieri (due dei quali in forma di mazzi di fiori), nonché, nelle vetrine, le opere di oreficeria antica e moderna elencate nelle etichette. Di tali arredi liturgici, qui di seguito si ricorda l’uso.

Ampolle per la Messa. Sono sempre due, una per il vino e l’altra per l’acqua, che si usano durante la celebrazione. Possono essere di vetro o di metalli preziosi, ma sempre di forme artistiche, come il vassoio che talora le accompagna.

Anelli episcopali. L’anello, da portare all’anulare destro, è una delle insegne dei vescovi. Un tempo, in alcuni riti lo indossavano sopra i guanti: di qui le maggiori dimensioni, come negli esemplari esposti.

Calice per la Messa. Si porta all’altare e vi viene versato il vino da consacrare, mentre nella patena, il piattino circolare che sempre lo accompagna, si pone il pane (l’ostia). Mentre la patena, pur dorata, è solitamente priva di decorazioni, il calice è di materiale prezioso (almeno l’interno della coppa è dorato) e di forme studiate, che talora toccano i vertici dell’arte. Altri calici sono esposti tra gli avori e tra gli ori dei Gonzaga.

Candelieri. Reggono i ceri degli altari, che vengono accesi durante le Messe e altri riti. Un tempo le candele avevano uno scopo pratico (fare luce al celebrante), cui si è dato poi un valore simbolico che perdura: rappresentano la luce di Cristo, che si è proclamato “luce del mondo”.

Cartegloria. Sono così denominate le tre tabelle poste sull’altare che, prma della riforma liturgica del Concilio Vaticano II, recavano scritti, solitamente entro elaborate cornici, alcuni testi invariabili della Messa.

Copertura di messale. I libri sacri (Bibbia o sue parti, Messale, Lezionario, Rituale, Libro d’ore) talora in passato erano resi preziosi dai decori interni (miniature) e dalle copertine, elaborate opere di oreficeria.

Palmatoria. Piccolo candeliere col manico, per reggerlo nel palmo della mano; abitualmente era usato nelle Messe solenni celebrate dal vescovo.

Pisside. Vaso sacro per contenere le particole che dopo la consacrazione vengono distribuite ai fedeli; quelle rimanenti sono custodite nello stesso vaso, con coperchio, entro il tabernacolo.

Razionale. Fermaglio da piviale usato dai vescovi, adorno del loro stemma o di immagini sacre.

Reliquiario. Contenitore destinato a custodire, e spesso esporre, reliquie; è di forme e materiali estremamente diversificati, come dimostrano quelli esposti qui e nelle sale Gonzaga.

Turibolo e navicella. Alcuni riti sacri, come la Messa solenne, prevedono sia sparso il profumo derivante dalla bruciatura dell’incenso, che avviene entro un vaso detto turibolo; il vaso, metallico, con coperchio traforato, è retto da tre catenelle che consentono di muoverlo in tutte le direzioni. L’incenso da bruciare è contenuto in un altro vaso, che per la sua forma si chiama navicella.

Spesa oggetto del contributo nell'ambito del bando PNRR, Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, Componente 3 – Cultura 4.0 (M1C3), Misura 1 “Patrimonio culturale per la prossima generazione”, Investimento 1.2: “Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura” finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU“ – CUP: C64H22001410004.