
dal 17 aprile al 1ºmaggio 2016
Mostra personale di Luigi Desiderati. Percorso interiore. Oli e pastelli.
Inaugurazione: domenica 17 aprile, ore 11.00. Presenta Paola Artoni.
“Affonda il passo nel terreno della pittura, Luigi Desiderati, e lo fa con un moto lieve, ha gli occhi di un ragazzino quando racconta del suo amore per l’arte e la sua semplicità ha il sapore della quiete raggiunta dai saggi. Il “desiderio” che sta racchiuso nel suo nome è un’impronta ineludibile di continua tensione verso il nuovo, verso l’altro (Altro) e verso l’Altrove. Non ci stupisce che la linfa della spiritualità sia come un fiume sotterraneo che percorra la sua arte e l’approdo spontaneo del ciclo di opere qui raccolte è un ineludibile racconto del Sacro nel quale l’artista veste i panni del protagonista cercatore incessante della Luce. La sua pittura scomposta e ricomposta ha più volte suggerito il parallelismo con l’arte delle vetrate delle cattedrali, oltre che con Victor Vasarely, e in questa occasione il riferimento diventa ancora più connotativo ed evocativo. Luigi dipinge davanti alla finestra del mondo e con la luce racconta di un altro mondo. I suoi sono frammenti di vita, un arcobaleno che scompone ricompone lo sguardo dell’autore e dello spettatore. La serie di olii dipinti tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta è tutta all’insegna de Il Cammino. Ha questo titolo la figura del viandante del 1988, con le ali d’angelo e il bastone del pellegrino che si staglia sul profilo della città, con lo sguardo dietro di sé mentre il passo già è segnato verso la via e ricorda l’arcangelo Raffaele che accompagna Tobiolo nel suo viaggio. Di simile aspetto è La guida (sempre del 1988), con una mano a terra e l’altra innalzata al cielo. La dimensione astratta prende respiro ed energia con una trittico ideale del 1989: Simboli, una vera esplosione di luce, con tracce di totem disgregati e una sorta di Torre di Babele che dischiude il mondo; La speranza, una forma che si crea, sembra alata, su uno sfondo color ambra, come in una vetrata di alabastro; Il Servitore, allusione all’Imitatio Cristi. D’altro canto Desiderati si abbandona anche all’allegoria, come per Il vento del 1989, che viene personificato non tanto nell’Eolo mitologico quanto piuttosto nella figura dell’orante con le braccia tese al cielo che, sempre più rarefatto, si trasforma in pura luce, o come per L’invito del 1992 con i giovani di fronte al santuario della Beata Vergine delle Grazie e alla croce, in una sorta di memoria del passaggio di San Giovanni Paolo II in terra mantovana.
La grazia di Desiderati si esprime con grande delicatezza nella serie dei pastelli eseguiti nel 1989 che diventa un excursus spirituale, un itinerario mistico, dal cammino all’oratore, dal sogno al mistero, dall’imprevisto alla ricerca, dalla temperanza all’armonia, dall’incontro al riposo.
Nel 2010, in occasione del cinquantesimo anniversario della fondazione della chiesa di San Giuseppe Artigiano di Mantova, Desiderati ha realizzato una serie di dipinti ispirati alla Vita di San Giuseppe (Il sogno; Lo Sposalizio; La natività; La fuga in Egitto; La casa di Nazareth e Il transito). È lo stesso artista che si china più e più volte sull’asfalto del sagrato del santuario mariano di Grazie nell’esperienza dell’arte madonnara, sacra ed effimera, con l’atteggiamento fiducioso (e di fede) di chi non teme la fatica della prova perché il suo animo guarda oltre, consapevole che a noi è dato di percepire solamente l’ombra della Luce alla quale si anela”.
– Paola Artoni, 2016